domenica 30 maggio 2010

Amicizie

Ore 20
Lei, lui e il piccolo di 14 mesi. Bello, simpatico e curioso.
Biomamma ha preparato risotto e arrosto.
Tutto è perfetto.
Vari convenevoli, poi si dovrebbe andare a mangiare.
Lei e lui non si siedono.
Innamorati della loro creatura che intereagisce con le biolattine lo seguono per tutta la casa.
Ore 22
Biomamma e biopapà si siedono a tavola.
Lei e lui continuano a seguire creatura facendogli mille versetti e mille raccomandazioni.
I biogenitori iniziano a mangiare.
Ore 22.10
Lei e lui finalmente si siedono a mangiare.
Anche creatura deve ancora mangiare.
Lo siedono, si chiedono se a 14 mesi potrà già mangiare il risotto allo zafferano e titubanti lo imboccano tra mille moine.
Creatura mangia qualche boccone con tanto di applauso di tutti.
Ore 22.20
Creatura si innervosisce.
Ore 22.25
Lei, lui e creatura fuggono a casa.
Creatura aveva sonno.
Ore 22.30
I biogenitori hanno terminato il risotto perplessi.
L'arrosto si è offeso.


Ore 20
Lui, lei e i loro 5 figli.
Qualche breve convenevole.
Ci si siede a tavola.
Il gruppo dei bimbi medi si siede sul tavolino più basso.
Si ride, si scherza, si parla un pò di tuttto con tutti grandi e piccini.
Si rovescia un bicchiere.
Tutti mangiano tutto.
Si sporca la tovaglia.
Nessuno viene imboccato.
Ore 20.45
I bimbi si alzano e si organizzano dei giochi.
I genitori felici delle nuove amicizie si rilassano.
Ore 23
I bambini ritirano i giochi.
Ore 23.10
Ci si saluta affettuosamente.
Ore 23.30
Si entra nei propri letti.
Sazi.
Nulla si è offeso.

"Quando avrete figli frequenterete quasi esclusivamente gente con figli"

Vero ma solo in parte.

"Quando avrete dai tre figli in sù frequenterete quasi esclusivamente gente con almeno due figli, meglio dai tre figli in sù"

Un figlio solo non faceva proprio parte dei piani riproduttivi dei biofidanzati.

sabato 22 maggio 2010

Ricordi di quarta

Palestra
21 bambini urlanti e felici.
Uno in mezzo strilla: "Chi ha paura dello sparviero?"
20 creature più la sottoscritta rispondono all'unisono: "Nessuno"
Poi corriamo, avanti e indietro, più e più volte.
Ridiamo, ci sfidiamo, stabiliamo ruoli, regole, sghigniazziamo, sudiamo, finalmente complici e armoniosi nell'essere Scuola.
Finita l'ora, ancora sorridente si avvicina Matteo: "Maestra per essere una donna sei troppo giocherellona!"
Non so se fosse un complimento.
Il mio sguardo interrogativo ha avuto risposta
"Forse è perchè hai tre bambine piccole e sei abituata a giocare con loro"
Rassicurato dal suo ragionamento è tornato in classe.

Matteo,
amo i bambini,
odio i tempi scolastici,
gli orari rigidi,
questo modo di fare con voi bambini che non vi aiuta ad amare,
non amo voi bambini quando non rispettate e non amate,
preferisco spiegarvi scienze fuori nel prato,
preferisco che lavoriate a gruppi,
odio la lezione frontale,
mi sento poco maestra,
mi sento tanto educatrice,
tento di essere una maestra-educatrice,
se le spugne sono porifere lo potrete scoprire anche a trent'anni come l'ho scoperto io insegnandolo a voi,
preferisco insegnarvi a scoprire e come scoprirlo così scoprirete ciò che più vi incuriosce,
odio sgridarvi,
amo correre con voi.

Sono una maestra un pò anomala e loro lo sanno.
Chissà cosa ricorderanno un giorno ripensando alla quarta elementare....

martedì 11 maggio 2010

Confidenze al femminile

Venerdì ore 17.10
"Mamma"
"Dimmi, tesoro"
"Possiamo dire che vado a trovare il mio fidanzato?"
"E' un pò esagerato usare la parola fidanzato.
I fidanzati sono persone grandi che si amano e che magari un giorno si sposano e poi decidono di avere un bambino.
Magari puoi dire che è il tuo amico del cuore"
"Allora possiamo dire che vado a trovare il mio fidanzato del cuore"

Biomamma e biogrande stanno andando a fare merenda Giacomo.

venerdì 7 maggio 2010

Signore del Tempo

Signore del Tempo,
oggi mi sono accorto che ho trentatré anni.
"Era ora" - dirai tu - "visto che li hai compiuti dieci giorni fa".
Eh, ma noi mica si sta qui a pettinar le bambole. O meglio: si fa anche quello, quando si gioca con le bambine, e così resta poco tempo per rifletterci su.
E allora ti ringrazio adesso, con dieci giorni di ritardo, per i regali che mi hai fatto.
Tu, che porti i regali nell'anniversario della nascita a ciascuno di noi, proprio come fa il tuo collega vestito di rosso e con la barba bianca in un altro periodo dell'anno (e che porta i regali nell'anniversario della nascita di qualcuno molto più Very Important People).
Grazie, perché attraverso mia moglie mi hai portato una bicicletta bellissima. E - meraviglia - un carretto-rimorchio da attaccarci dietro con due bei posticini a sedere, e delle piccole cinture di sicurezza cui legare infanti da portare orgogliosamente a zonzo. Salire su quella bicicletta e pedalare sentendo il vociare allegro delle due bambine più piccole, sedute su quella specie di divano mobile con tettuccio, è un'emozione davvero grande. Non ho idea se i cinesi che portano i turisti sui risciò in giro per Pechino provino o meno sensazioni simili. Non credo. Sarà che i turisti non sono parenti. In ogni caso a me emoziona, e questo è sufficiente.
Grazie, perché Margherita ha imparato a pedalare senza rotelle. Come "i grandi". Ora, con la sua bici, può pedalare fianco a fianco con me. E anche questa, Signore del Tempo, è una grande emozione.
Sai, a trentatré anni Einstein aveva già dimostrato la teoria dei Quanti di Plank e formulato la teoria della relatività ristretta; Aristotele aveva già scritto il De Philosophia, Page e Brin avevano già fondato Google, Harrison Ford stava salvando la principessa Leila Organa di Alderaan in Guerre Stellari, Cristoforo Colombo aveva un piano per arrivare in Asia passando da Occidente. Il più famoso tra i famosi, poi, a trentatré anni aveva già proprio completato la sua Missione di vita per intero.
Ecco, Signore del Tempo, che allora ti faccio ancora una richiesta. Per scrivere queste righe oggi ho ignorato un altro impegno. Il tempo che tu gestisci, ogni tanto temo che a me sfugga. Non è sufficente per fare tutto ciò che vorrei, o a volte anche solo per ciò che ho preso l'impegno di fare. E allora passi se non riesco a cambiare il mondo. Ma, Signore del Tempo, aiutami a non perdere i momenti delle grandi emozioni, perché davvero perdere quelle sarebbe pedalare a vuoto, senza carretti-rimorchi e persone fianco a fianco.
Grazie, Signore del Tempo.

PS: se poi proprio t'avanza, e vuoi darmi tempo e idee per cambiare il mondo, io sono ancora disponibile: in fondo a trentatré anni Leonardo non aveva ancora dipinto la Gioconda e Dante non aveva ancora scritto la Divina Commedia.

giovedì 6 maggio 2010

La fine di Edipo

Da noi è giunto precocemente.
A sole due candeline.
Così al compimento dei due anni di una biogrande molto femminile, Edipo ha fatto la sua comparsa.
L'ha rubata dalle braccia della sua mamma, ormai drogata di maternità, perdutamente innamorata di quattro occhietti scuri e quattro manine vivaci e appiccicose, e l'ha scaraventata tra le braccia del suo papà.
Non l'ha più abbandonta.
Fino ad una settimana fa, tra un sogghigno materno e l'altro.
Qualche segnale era già arrivato debole, quasi invisibile.
Ma un giorno Edipo ha dichiarato in modo implicito di essersi preso un pò di vacanza.
Biogrande, arrivata a scuola, come prima attività, controlla che Giacomo (il suo gemello adottivo) sia arrivato. Zia A, donna indipendente e poco incline alle relazioni extraparentali, appare visibilmente scocciata.
Biogrande un giorno l'ha osservata decisa e poi ha esclamato con aria sognante:"Ma zia, io senza Giacomo non potrei vivere".
Quel pomeriggio stesso ha confidato alla sua biomamma: "Io mi sposo Giacomo" e poi urlando fuori scuola il suo amore ha salutato il suo Giacomo: "Ciao principe".
Lui in tutta risposta, invasato della Stella della Senna, le ha risposto: "Ciaoooo Maria Antonietta!"
Una volta danzava con il principe biopapà.
Ma lui ha ancora una speranza... forse Edipo arriverà nuovamente a lanciarle una biomedia e una biopiccola tra le sue possenti braccia.
 


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