sabato 27 dicembre 2008

Benvenuta, Sofia.

Un bel giorno ti accorgi che esisti
che sei parte del mondo anche tu
Non per tua volontà e ti chiedi chissà
Siamo qui, per volere di chi
Poi un raggio di sole ti abbraccia
I tuoi occhi si tingono blu
E ti basta così
Ogni dubbio va via
E i tuoi perché
Non esistono più
E' una giostra che va
Questa vita che
gira insieme a noi
E non si ferma mai
E ogni vita lo sa
che rinascerà
In un fiore
Che fine non ha
àˆ una giostra che va
Questa vita che
gira insieme a noi
E non si ferma mai
E ogni vita lo sa
che rinascerà
In un fiore
Che fine non ha
Che fine non ha.

domenica 21 dicembre 2008

quattro terzi pi greco erre al cubo

E' domenica pomeriggio, l'ultima domenica di Avvento prima del Natale.
Ho appena messo a nanna Emma - la secondogenita - e, resistendo a fatica alla tentazione di appisolarmi abbracciato a lei, mi metto a pensare.
Oggi è il "giorno della scadenza". La data prevista per la nascita di Sofia, insomma. Strana formula, "il giorno della scadenza". Come se sulla pancia ci fosse scritto "da consumarsi preferibilmente entro...".
Ma lei non sembra curarsene troppo di questo mondo che l'attende guardando il timer.
Anch'io però inizio ad essere impaziente: una domenica di Avvento in attesa di un Evento.
Nel frattempo ammiro la pancia di Marica e la trovo bellissima. Anzi: le trovo bellissime, Marica e la sua pancia.
Marica perché è sempre bellissima.
La pancia perché è una pancia tonda, sferica, sensuale.
Sì, la sfera è il solido perfetto per eccellenza.
Una delle più belle foto che ho visto quest'anno riprendeva lo sguardo incantato di un astronauta che, in assenza di gravità, guardava una goccia d'acqua galleggiare volante nella sua giottoniana perfezione.
Io sono come quell'astronauta, immobile nello spazio e nel tempo ad osservare la magia della Natura che ha le rotonde forme della Madre Terra.
Lì, nel suo contenuto, in quel quattro terzi pi greco erre al cubo di volume, c'è parte di me e parte dell'Universo. E quel quid degli Déi attende solamente la caduta di una Cometa per abbagliare di luce propria questo mio Natale.
Un Natale che sancirà in modo inequivocabile un futuro che, con quattro donne e una gatta in casa, vivrà di forti sfumature tra il rosa e il fucsia.

lunedì 8 dicembre 2008

Ballando con Margherita

Questa mattina siamo stati in un negozio di giochi e articoli per l'infanzia.
Margherita, rapita dalla musica diffusa nel locale,, si lancia in un ballo scatenato tra una corsia e l'altra.
"Papà, balli un po' anche tu con me?".
Sia mai: accenno due movimenti scomposti ma anche (a mio parere) a tempo rispetto al sottofondo musicale.
Mia figlia mi osserva attonita.
Ruota lo sguardo su uno specchio a lei vicino, ammirando estasiata la principessa al di là del vetro.
Poi torna a posare su di me i suoi occhi di bimba.
Mi scruta dall'altro in basso; scrolla le spalle con fare un po' rassegnato.

"No, vah, papà...Ballo solo io che sono più femmina".

In una spontanea proposizione di sole cinque parole, io-che-sono-più-femmina, ho improvvisamente visualizzato la sintesi massima del perché ho deciso di tenere questo Diario.

domenica 7 dicembre 2008

Scegliere il Team

Forse non manca "così poco".
Ieri è venuta a casa l'ostetrica, e - dopo la visita - ha confermato che con ogni probabilità Sofia rispetterà l'appuntamento previsto: 19-21 dicembre. Ancora una dozzina di giorni, quindi.
Che emozione però,la visita a casa dell'ostetrica.
Un rito particolare. Sa di antico, di tradizione rurale, di calore umano che resiste ai freddi e ossessivi ritmi metropolitani.
Beninteso: la visita a domicilio non è obbligatoria e non è necessaria: lo dico soprattutto per chi non è "pratico del mestiere".
Semplicemente noi questa volta si è optato per il supporto di un'ostetrica dedicata, che ci assisterà durante il parto.
Non era stato così per Margherita ne' per Emma: per loro siamo andati all'ospedale al momento che ci sembrava opportuno e lì chi c'era c'era.
Potremmo dire che non abbiamo scelto nessun collaboratore del team di produzione: chi faceva parte della squadra in quel momento ha partecipato alla realizzazione del progetto e stop.
Andò benissimo in entrambi i casi: persone sempre competenti e professionali, pur non avendo effettuato noi la selezinone del personale...
Al che la replica potrebbe essere semplice: "Se è sempre andata bene, perché cercare una precisa ostetrica?". Eh, perché in realtà hai un bel dire che diventa tutto più semplice, tutto più automatico.
"Sì, ma tanto voi siete alla terza, siete esperti...".
Ma secondo te è possibile essere esperti in un processo miracoloso come quello della nascita, quando questo ti vede coinvolto in prima persona?!
No, non è possibile.
La partenza e l'arrivo della corsa sono due momenti che non possono creare assuefazione, se assapori la vita nei dettagli.
Non ho mai sentito a un funerale frasi del tipo: "Ma sì, dai, tanto era il tuo quarto nonno. Ci sei abituato, ti erano già morti gli altri tre,",
Eppure qualche fenomeno che all'ospedale mi dirà "ma sì, che era la terza, tanto siete abituati" ci sarà, ci scommetto. E a me non sembra così diverso.
Non ti puoi "abituare". Sai come funziona, questo sì. Ma non ti ci abitui.
Cambiano le sensazioni, le emozioni, i vissuti, le paure.
E allora noi si prende l'ostetrica, si sceglie una persona precisa che farà parte necessariamente del Cast, nel momento del grande Ciak.
E allora sarà un'altra magia, unica e indimenticabile anch'essa.
 


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