venerdì 1 gennaio 2010

naturali cambiamenti - auguri per il 2010

Ricordo con piacere i Capodanni dell'adolescenza, attorno ai sedici, diciassette anni.
Feste spensierate fino all'alba, a ritmo di musica rock e pantagrueliche abbuffate. 
Tornavo a casa dopo colazione, ebbro di gioia e divertimento.
E forse pure un po' di birra.
Il giorno dopo alzarsi era una piccola grande sfida con se stessi.
Un calabrone invadente gironzolava per il cervello per almeno un paio d'ore, rendendo difficile mettere a fuoco il più banale dei sillogismi mattutini: "l'essere umano necessita di caffé, io sono un essere umano, quindi io necessito di caffé".
Oggi come allora la sensazione è la stessa. Dopo una prima levataccia per far compagnia alle bimbe, sono tornato a letto verso le 10.
Fosse stato per me ci sarei rimasto tutto il giorno, a letto.
In compagnia del calabrone vagabondo tra i neuroni.
La differenza rispetto all'adolescenza è che ora festeggiamo a casa, invitando un po' di amici a cena. E raggiungere la mezzanotte è già il primo traguardo: sono almeno un paio di anni che ho la tentazione di festeggiare il Capodanno con il fuso orario di Mosca, così alle 22 stappiamo lo spumante e viva l'anno nuovo.
Comunque poi in realtà tra una chiacchierata e l'altra alla fin fine alle due ci si arriva, e la serata passa in allegria.
Quest'anno la novità è che Bimba Margherita non ha ceduto, ed è stata allegra, vispa e vivace fino alle due anche lei, insieme al suo amico Bimbo Giacomo.
Otto anni in due, e non c'è stato verso: nessun cartone animato li ha stesi, nessun gioco li ha annoiati.
Quindi io e mia figlia siamo andati a dormire alla stessa ora.
Lei alle 8.15 questa mattina voleva alzarsi.
Su mia richiesta ha pazientato sino alle 8.45.
Poi però più niente: da par suo, la giornata meritava di essere affrontata, con entusiasmo e voglia di fare.
Da par mio, il calabrone era già lì che ronzava, indifferente al fatto che fossi andato a letto alle due e non dopo colazione.
Quindi da un lato non riesco più a fare "notti brave": impossibile anche sono immaginare di poter resistere svegli fino all'alba a far baldoria.
Dall'altro intravedo una prima figlia pronta a battere il padre; oggi in resistenza alla stanchezza, un domani non lontano in prove fisiche e mentali.
E tutto questo - e qui sta il punto - non solo non è fonte di nostalgia (per il passato) o ansia (per il futuro), ma è al contrario semplicemente meraviglioso.
Stupendo, nella sua naturalezza.
Il 2010 sarà meglio del 2009, non ho dubbi.
Non può che essere così: il cambiamento di ognuno è un segno di evoluzione mistico, alchemico, magico; un passo in più verso la propria realizzazione.
E' svegliarsi la mattina bramosi di scoprire cosa c'è di diverso da ieri.
E' andare a letto la sera con un mattoncino in più da mettere in quella casetta in costruzione che è la vita.

Per questo, di cuore, ti auguro un nuovo anno all'insegna del cambiamento migliore possibile.
Che il 31 dicembre 2010 ci trovi tutti soddisfatti per i mattoncini messi quest'anno.

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