martedì 24 novembre 2009

Orfanelle diurne

Te lo danno in regalo con la valigetta dei campioni omaggio della Mellin e della Pampers.
Quando stai per varcare la soglia dell'ospedale con la tua gioia più immensa e lo sguardo tipico da triglia lessa.
Quando entri in casa e ti aspetti che sia tutto diverso da come l'hai lasciata perchè a te è cambiato il mondo dentro e fuori.
Quando gli ormoni (infidi come sempre) ti fanno sentire un pò triste e invece sai che dovresti essere al colmo della gioia.
E' nel pacchetto regalo insieme al bimbo e ai campioncini omaggio.
Nascosto.
E' il SENSO DI COLPA MATERNO!!!

E' quella sensazione che spunta senza che te ne possa accorgere e ti fa sentire un tantino inadeguata e ti fa pensare che avresti potuto fare in altri mille modi.

Avrei potuto dire, fare, ballare, baciare, abbracciare, coccolare, giocare, ridere, rimproverare, gridare di più o di meno o diversamente!

Oggi son tornata a casa alle 18.
Ho aperto la porta di casa.
Gengis Khan grande è arrivata piagnucolando per farsi abbracciare dalla madre negligente.
Gengis Khan media ha lottato con Gengis Khan grande per prendere possesso di entrambe le coscie materne e
dal basso dei suoi dieci mesi, bebé Gengis Khan ha strillato il suo diritto di poppata negata.

Sono questi i casi in cui le madri dei figli unici diventano odiosamente invidiabili!

Quale delle tre piccole e indifese baby Gengis Khan ha diritto alla precedenza?
Ma perchè in dotazione con i campioncini non inseriscono un braccio o due in più?

Calmate le tre orfanelle diurne tra le 18 e le 18.15, le ho infilate in una profumata acqua di timo e le ho lavate mentre correvo a imbastire una cena. Alle 19.30 finalmente profumate si son messe a tavola e alle 20.45 son andate a nanna.

Parecchi bacini dopo son finalmente crollate nei loro tre lettini.
Finalmente il riposo tanto agognato, siedi sul divano ma ... infido e minaccioso ecco la malinconica vocina del senso di colpa: "Avevi promesso il massaggino a Margherita"
Nulla valgono i tuoi tentativi di giustificazione.
Lui è ormai in piedi davanti a te, altezzoso e, come facevi al tempo delle elementari, biascichi, con vocina sottile: "Domani farò meglio".

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