domenica 21 dicembre 2008

quattro terzi pi greco erre al cubo

E' domenica pomeriggio, l'ultima domenica di Avvento prima del Natale.
Ho appena messo a nanna Emma - la secondogenita - e, resistendo a fatica alla tentazione di appisolarmi abbracciato a lei, mi metto a pensare.
Oggi è il "giorno della scadenza". La data prevista per la nascita di Sofia, insomma. Strana formula, "il giorno della scadenza". Come se sulla pancia ci fosse scritto "da consumarsi preferibilmente entro...".
Ma lei non sembra curarsene troppo di questo mondo che l'attende guardando il timer.
Anch'io però inizio ad essere impaziente: una domenica di Avvento in attesa di un Evento.
Nel frattempo ammiro la pancia di Marica e la trovo bellissima. Anzi: le trovo bellissime, Marica e la sua pancia.
Marica perché è sempre bellissima.
La pancia perché è una pancia tonda, sferica, sensuale.
Sì, la sfera è il solido perfetto per eccellenza.
Una delle più belle foto che ho visto quest'anno riprendeva lo sguardo incantato di un astronauta che, in assenza di gravità, guardava una goccia d'acqua galleggiare volante nella sua giottoniana perfezione.
Io sono come quell'astronauta, immobile nello spazio e nel tempo ad osservare la magia della Natura che ha le rotonde forme della Madre Terra.
Lì, nel suo contenuto, in quel quattro terzi pi greco erre al cubo di volume, c'è parte di me e parte dell'Universo. E quel quid degli Déi attende solamente la caduta di una Cometa per abbagliare di luce propria questo mio Natale.
Un Natale che sancirà in modo inequivocabile un futuro che, con quattro donne e una gatta in casa, vivrà di forti sfumature tra il rosa e il fucsia.

1 commento:

tatta ha detto...

uao.

 


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